“Se vengo alla Roma? No, no, non si sa, non si sa, mo’ vediamo, mo’ vediamo”. Tutti pronti a sfregarsi le mani in attesa dell’annuncio. Perché l’apertura fatta in confidenza durante le prove di “Ballando con le Stelle” vale almeno un tentativo. Fonseca? Va beh dai, bravo. Però quel quinto posto stentato, per non parlare della partita di Europa League contro il Siviglia.
Max Allegri è quello che può definirsi “il salto di qualità”. Pluri-scudettato, due finali di Champions, cercato dalle migliori d’Europa. Lui poi è un vero aziendalista, uno che riesce a tirare fuori il meglio dalla rosa che ha a sua disposizione puntando più al risultato che al gioco … cosa stiamo aspettando?
Semplicemente la risposta di Paulo. Che ha continuato a fare il suo lavoro con gli uomini che la società gli ha messo a disposizione senza muovere critica alcuna. Anche quando, per questioni di mercato, ha lasciato in panchina Edin Dzeko senza avere una vera punta da schierare a Verona.
Ecco, nessuno ha fatto i conti con il Mister portoghese che, eccetto quella sconfitta a tavolino alla prima giornata, è imbattuto in Europa League ed ha, per il momento, posizionato la squadra alle spalle di Milan e Sassuolo nella classifica di Serie A.
Dinanzi all’esaltazione del sempre pungente tecnico Livornese, capace anche di conferenze stampa accese con la platea dei giornalisti, la Roma riscopre la normalità di Fonseca. Che ha rimesso Dzeko in campo con la fascia da Capitano, che ha trovato il modo perfetto per esaltare le doti e le qualità di Pedro e Mkhitaryan, che ha confermato in campo Lorenzo Pellegrini, nonostante prestazioni non troppo convincenti, spostandolo più al centro del campo di fianco a Veretout.
È stato sufficiente un mese per allontanare quelle voci di colloqui diretti ed indiretti con la dirigenza ed un accordo di massima trovato. Di fatto non se ne parla più. Tutt’altro. Ora, sempre per mantenere il giusto equilibrio nei giudizi, Fonseca è l’uomo che può portare la Roma allo Scudetto. Perché in fondo bastano pochi match ed un paio di vittorie convincenti per cambiare di colpo giudizio.
D’altronde che Paulo avesse la stoffa e le qualità per guidare la Roma lo si era capito sin dallo scorso anno, quando era lecito dargli il tempo di ambientarsi, di capire il campionato e soprattutto come mettere in campo la squadra. Spesso rinnegando alcune scelte fatte in passato e oggetto di critiche feroci, Cristante al centro della difesa in primis.
È chiaro ed è giusto che la Roma aspiri al meglio, dal punto di vista societario o sportivo, talvolta però il meglio lo si ha in casa, evitando di guardare l’erba del vicino è ritenerla sempre più verde. Sarebbe sufficientei girarsi verso la panchina.
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